Mary Quant e Twiggy

La rivoluzione della minigonna

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La nascita della minigonna o almeno il suo lancio lo dobbiamo alla mitica Mary Quant che a Londra nel pieno degli anni 60, decise di aprire in King’s road (Chelsea) un negozio di abbigliamento.
In quel periodo Londra stava vivendo un periodo di rivoluzione e ribellione dei giovani che sentivano il bisogno di staccarsi dallo stato conservatore della famiglia. La rivoluzione fu anche vissuta come voglia di cambiamento di stile di vita:dal taglio di capelli all’abbigliamento.
E’ proprio in quest'atmosfera rivoluzionaria che Mary Quant propose nel suo negozio nuove idee di stile e creazioni che rispecchiavano la voglia di cambiamento.
Un capo che suscitò scalpore fu proprio la MINIGONNA. L’intuizione di Mary Quant fu quella di farla indossare a Twiggy Lawson all’anagrafe Lesley Hornby, una modella diciassettenne ex shampista. Twiggy (tradotto: grissino) era molto magra, 45 chili, neanche tanto aggraziata, con un taglio corto tendente al maschile e truccata in modo eccentrico.

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Twiggy Lawson, la modella  che rivoluzionò la moda


Modella rivoluzionaria, Twiggy,  seppe interpretare lo spirito di quell’epoca e ancora oggi viene associata alla minigonna un simbolo che ha fatto epoca.
Mary Quant del resto aveva carattere da vendere e decise di accorciare la gonna di ben 50 centimetri creando appunto scalpore. Lei stessa trasferitasi sedicenne dalla periferia a Londra, dopo un trascorso bohemienne, decise di aprire la sua prima boutique.
La sua capacità  fu quella di saper interpretare il pensiero dell’epoca. Parlava lo stesso linguaggio dei suoi coetanei, vestiva e condivideva i gusti e desideri della sua generazione. Tra capelli a caschetto e stivali alti, lei seppe interpretare alla perfezione quel periodo, che ricordiamo tutt’oggi come un pezzo importante della storia della moda.
Mary Quant amava dichiarare:: “Le vere creatrici sono le ragazze che si vedono per strada”. Ed infatti sembra che fu proprio per correre dietro ad un autobus,  che accorciò di netto la sua gonna, simbolo di costrizione e anche di disponibilità.
Anche se altre testimonianze invece dicono che il nome “mini” non derivi dalla misura corta della gonna, ma dalla passione che lei stessa nutriva per la macchina “Mini”.
Dopo aver dettato legge nella moda britannica, si dedicò con successo al make up e agli articoli per la casa e dopo aver vinto svariati premi, entrò a far parte dell’ordine dell’ Impero Britannico per il suo contributo alla moda.
Attualmente non lavora più nel mondo del fashion-system ma vi ha lasciato un segno indelebile, segno che vivrà ancora per molto tempo, forse in eterno.
Vi sembra cosa da poco?